Come ci ha cambiati il Covid-19?

Cronache dalla pandemia.

E’ trascorso ormai un anno dal momento in cui le nostre vite sono state sconvolte dall’emergenza sanitaria. Così, lo scetticismo e il disorientamento dei primi giorni, ha lasciato spazio a confusioni e paure, ansie per il futuro e molteplici angosce.
Come ci ha cambiati il Covid-19?

Ebbene si, possiamo affermarlo senza ombra di dubbio e senza timore : la pandemia ci ha travolto tutti e ciascuno di noi ha accusato il colpo. Stanchezza, depressioni o apatie. Ciascuno in modo diverso, da dentro la propria storia, con la sua barchetta o barcone o nave da crociera, nello stesso identico mare. 

C’è chi ha perso il lavoro, chi ha perso la pazienza, chi ha perso i propri cari e chi ha perso la speranza.

Qualcuno non è sopravvissuto alle ondate del mare in tempesta, qualcun altro ci si è abituato, ma vorrebbe comunque mettere i piedi sulla terraferma. Siamo tutti stanchi.

Siamo corsi al riparo nelle nostre case.

Sono circolate metafore belliche per descrivere il covid come un campo di battaglia, retorica che ha portato all’esaltazione di presunti eroi, al compianto delle vittime e all’individuazione del nemico o del capro espiatorio dell’ultimo minuto. Non è così strano in fondo. Individuare delle cause fuori da noi verso cui puntare il dito rassicura, quando non si hanno altre possibilità per spiegare l’inspiegabile. Dovremo attendere ancora prima di avere delle spiegazioni più solide e concrete.

Siamo corsi al riparo dentro le nostre case e abbiamo fatto pulizia: per qualcuno è stato più semplice per altri meno. Abbiamo poco alla volta ristretto il campo della socialità, fino a privarcene totalmente durante il lockdown. E’ stata dura anche per gli amanti dell’introversione che si sono ritrovati a rimpiangere le volte in cui hanno preferito la lettura solitaria di un libro, alle passeggiate in compagnia.

Le famiglie si sono riorganizzate non senza difficoltà: dad, smart-working, compagni o figli a carico. La scuola altrettanto. I bambini e gli adolescenti sono stati in assoluto i più bravi, per quanto possa avere senso stilare una classifica, considerando che ogni punto di vista è diverso d’altro. 

La pandemia ci ha davvero resi migliori ?

La pandemia ci renderà migliori, citava uno dei tanti slogan in circolo sui social. Difficile stabilire cosa si intende: migliori rispetto a chi o a cosa?

Quello che possiamo affermare con certezza è che è cambiato il nostro modo di processare le informazioni, di cogliere le emozioni dallo sguardo rinunciando alla prossemica del volto.

Dove sono finiti gli abbracci? E gli incontri? Dove sono finite le possibilità?

La verità è che non sono finiti del tutto. In questo periodo ho ascoltato le paure e le angosce dei miei pazienti, ho sentito ugualmente la loro forza e loro risorse. 

Dobbiamo riconoscerlo: siamo tutti molto stanchi, ma siamo stati tutti bravissimi a riassestarci. Siamo stati bravissimi a riconoscere e normalizzare (parola terribile) la sofferenza e le difficoltà e ci siamo adattati. E dovremo continuare a farlo, e lo faremo.

In fondo, c’è sempre qualcosa di più o di diverso che possiamo fare per situarci nel mondo e trovare o ritrovare il nostro centro. 

 

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